La cosa bella di Dynamo è che deve essere raccontato

20.09.2024

Se siete soliti ascoltare radio deejay o assidui frequentatori di Instagram vi sarete di certo imbattuti nelle pubblicità di Dynamo Camp.
Molti di voi, genitori di figli con disabilità, conosceranno questa realtà in quanto protagonisti attivi o desiderosi di diventarlo. I racconti letti o le storie ascoltate rimandano l'immagine di un luogo in cui tutto è possibile dove le differenze non si azzerano ma divengono parte di un tutto, un universo parallelo in cui non è necessario includere perché semplicemente nessuno si sente escluso.
Ciascuno è libero di essere unicamente se stesso portandosi in dono, nel qui ed ora, in un tempo e in uno spazio sospeso verso l' oltre.
Oltre il dolore, la malattia, la disabilità. Oltre i sintomi, verso quella zona franca in cui i bisogni si tramutano in desideri non solo da esprimere ma esaudire.
Differenza sottile e sostanziale che apre ad un nuovo modo di guardare il mondo che abitiamo, la società in cui viviamo.
Perché a Dynamo nessuno ti considera la tua malattia.
Quello che colpisce a prima vista è l' organizzazione impeccabile. Una macchina ben rodata fatta di professionisti e volontari in cui si rispettano norme e ruoli in una cornice spaziale e temporale volta unicamente al benessere del singolo. Singoli che si fanno umanita'.
Ragazzi, genitori, caregiver, RC -responsabili di casetta, volontari dynamici ognuno con il proprio bagaglio di esperienze ed emozioni che si delineano nei volti, dapprima carichi di apprensione, nell' attesa della scoperta che si realizzi quell' incantesimo di cui si è sentito tanto parlare.

A poco a poco il Dynamo metodo colpisce nel segno, come la freccia scoccata dagli archi con cui tutti riescono a tendere, distendendo gli sguardi che si fanno limpidi, distesi, sorridenti e a tratti sereni. 

Il sogno si popola. È avvenuta la magia della terapia ricreativa che allenta ogni tensione e scioglie tutti i nodi. Lo si coglie nelle parole di Eugenio che dice "Hai presente quando ti immergi in apnea e poi torni in superficie per riprendere aria perché hai bisogno disperato di ossigeno? Ecco in questi giorni mi sembra di aver ripreso tutto quell' ossigeno".
La filosofia di Dynamo è tutta qui, scoprire e sperimentare che un altro mondo è possibile, al passo del più lento che trova accoglienza nei limiti, quanto nelle possibilità, al di là di un corpo non conforme di una mente divergente ma pur sempre desiderante.
E io? Mamma caregiver con disabilità. Nell' immaginario un' eroina fragile da maneggiare con cura. Anche se spesso finiamo per assomigliare agli stereotipi con cui veniamo rappresentati, le cose non sono mai come sembrano. E allora, titubante ma risoluta (può sembrare un ossimoro ma, come dice Matteo, mentre inserisce l' imbragatura che servirà ad innalzarmi su una parete da arrampicata indoor, " Emanuela tu hai già deciso") mi sono cimentata in tutte le attività, compreso l' esercizio della parola, da tempo poco frequentato attraverso la mia viva voce, superando lo scoglio della disartria. Sono uscita dalla mia zona di comodo sperimentando percorsi fuori dall' ordinario del quotidiano, non per sentirmi nuovamente abile, ma accolta nell' unicità del mio essere persona con bisogni speciali. È stata dura perché la Supermanovella, con tutte le sue resistenze, fa ancora capolino però, quasi senza accorgermene, mi sono abbandonata al flusso degli eventi con attiva partecipazione.
Perché Dynamo( luogo, metodo, filosofia) ti lancia una sfida facendo una proposta rendondola valida e alla portata di ciascuno, dandoti tutti i mezzi e gli strumenti per accoglierla.

Poi spetta a te avere il coraggio di mollare gli ormeggi e prendere il largo spiegando le vele.

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