Fate bei sogni...Insieme valgono di più
Nei giorni scorsi facevo una riflessione guardando un video sul canale
YouTube di Francesco Cannadoro, il papà di Tommaso. Molti di voi lo
conosceranno e se ancora non è così, fatevi un regalo, acquistate e
leggete i suoi libri...il suo profilo è il primo che ho cercato su
Instagram, un po' perché negli occhioni di Tommy ci incontro Alice, un
po' perché il suo modo di parlare di disabilità, con ironia ed a volte
spietata durezza si accosta al mio, senza pietismo, senza quella
narrazione retorica che si ciba di figure mitologiche di bimbi speciali e
genitori guerrieri.
Ma andiamo con ordine! Sintetizzando il
discorso Francesco e sua moglie Valentina si ponevano questa domanda un
po' scomoda "dove sono finiti i nostri sogni ? che direzione hanno
preso le nostre vite dopo l' incontro con la disabilità?"
Ho
cominciato a rimuginarci un po' su in una di quelle sere in cui come
racconta De Gregori ..il fiore ti pesa e le stelle mantengono i loro
segreti(...) quando il sonno ti aspetta tra le lenzuola ed il piumone
mentre tu non sai ancora quando lo raggiungerai. Paolo ed io eravamo due
trentenni lanciati verso il futuro pronti a giocare lo spensierato (
allora era ancora così) gioco della vita, con un' innata propensione a
rischiare la strada e sporcarsi le mani ( Baden Powell insegna). ll
desiderio di diventare genitori è arrivato quasi all'improvviso:
quell' impellente prurito che senti quando vedi un piccoletto e le
fessure dei tuoi occhi assumono la forma di due cuorini e la tua bocca
si allarga in un sorriso. Sono sempre stata predisposta all'educare con
un'attitudine preponderante verso gli adolescenti, ma non ho mai
desiderato prima di allora essere madre. Figurarsi che da bambina non
giocavo a fare la mamma preferendo azzuffarmi con mio fratello in
improbabili sfide tra l' uomo tigre (qualcuno della mia età lo
ricorderà..) e i suoi innumerevoli nemici in campionati di lotta
internazionale.
Quando Alice è venuta al mondo tutto è cambiato,
come la prima pagina di un quaderno bianco. Mi sentivo inadeguata,
senza consapevolezze, strumenti e soprattutto senza una diagnosi certa.
Solo il nome complicato di una rara malattia con un milione di gravi
possibili conseguenze e mancate acquisizioni. Quasi subito, anche se
tutti intorno a noi ci prendevano per sprovveduti, vagheggiando
depressioni post partum e eccesso di ansia prestazionale tipica di
genitori in erba, siamo giunti a realizzare che quello strano nome
poteva avere solo un significato "non guaribile- incurabile". Da quel
momento la nostra vita ha preso direzioni inaspettate, percorsi a noi
sconosciuti mai stati indicati! Di colpo una macchia di inchiostro
scuro ha imbrattato quella prima pagina di quaderno bianco.
All'improvviso sono mutati i sogni, le aspirazioni, i desideri sotto il
peso dell' assolvimento dei compiti urgenti di vita vissuta. Il dolore,
la tristezza, la stanchezza hanno offuscato i nostri sguardi, hanno
piegato le nostre spalle, fiaccato le nostre energie!! Ma poiché la
disabilità è uno schifo ma la tua vita lo diventa solo se glielo
concedi ( cit...) quella macchia scura con gli anni si è tinta di
sfumature di tutti i colori !! Non sono mancate le gioie, i viaggi
intorno al mondo, l' amore condiviso, i momenti di perfetta meraviglia.
Una
famiglia come tante altre ma felice e scombinata a modo "nostro"! E
visto che nulla capita mai per caso, un giorno, la nostra amica
psicoterapeuta Carolina Amelio, che per qualche tempo ha seguito i
nostri passi, ci ha suggerito, per mettere a frutto la nostra
personale esperienza e le pregresse attività nel variegato mondo del
volontariato di fondare un' associazione con lo scopo di veicolare i
nostri sforzi verso un progetto più ambizioso che potesse coniugare l'
utilità sociale al sogno,mai nascosto, di dare vita ad una famiglia più
ampia. Quel pensiero ha cominciato a mettere radici e, piano piano, dal
quel seme è germogliata indomit'Alice. Una nuova avventura che ha preso
vita alcuni anni fa, in buona compagnia di tanti amici con i quali
condividere progetti, aspirazioni, responsabilità e soprattutto una
visione di un mondo alla portata di tutti, ciascuno con il proprio
passo. Tirando le somme, nonostante il vento non sia mai stato in poppa,
i nostri sogni rimangono immutati. Alcuni si sono realizzati altri
continuiamo a immaginarli nel futuro, sempre a caccia di brezza , fino
all'ultimo respiro del presente. N.B. i libri che ho citato in apertura
sono " Cuciti al cuore. Diario di un padre fortunato " e " Quanto mi
servivi" di Francesco Cannadoro.