Iniziamo dalle parole!

01.04.2022
In questi giorni ho poca voglia di mettere su carta i miei pensieri..forse perché, sentendoni fisicamente meno in forma, non ho molta energia per dare corpo alle mie riflessioni. Come avrete ben compreso la scrittura è per me terapeutica e dietro le parole esiste un percorso di cura..... Ho scoperto, dai diversi messaggi che mi inviate e dai commenti affettuosi di Daniele, piombato direttamente dal Belgio come gradita sorpresa in casa nostra, che è un modo anche per tanti di voi di comprendere il mondo che ci circonda attraverso un diverso punto di vista!! Un' angolazione scevra da ogni stigma che può scoutere, almeno per un po', anime e teste. Sono proprio le parole il principio e la base per plasmare la realtà che ci troviamo a vivere!
A proposito di parole, questa settimana è rimbalzata un po' ovunque una notizia che ha fatto molto rumore. Tutto nasce dall' infelice frase di una giornalista in diretta sul tg nazionale ( "la Regina Elisabetta è riapparsa in pubblico con DIGNITÀ senza usare la sedia a rotelle") che ha fatto nascere numerose e puntuali dissertazioni. Il fulcro del discorso è il modo in cui debba interdersi il concetto di dignità e, di conseguenza, cosa significhi vivere una vita dignitosa. Come se la dignità avesse a che fare con la mobilità o con una forma che la caratterizzi!! Una volta qualcuno ci disse che, pur giocando in serie B avremmo potuto comunque vivere dignitosamente( sigh..)Fuor di metafora, non per elogiare una condizione che nessuno vorrebbe se gli fosse data la possibilità di scegliere, ma mi preme rimarcare un concetto: noi giochiamo sempre e comunque il gioco della vita...senza sentirci incasellati in nessuna categoria!! Prestiamo attenzione, ricordandoci sempre che le parole sono potenti, estremamente importanti, abbiamone la giusta cura quando ci troviamo a sceglierle perché possono essere e librarsi leggere ma possono anche diventare pesanti fardelli che feriscono,escludono, emarginano, chiudono in una bolla....e ...come sempre non capitano mai per caso!
Proprio in questi giorni, infatti, ho deciso di fare richiesta per la prescrizione di un nuovo ausilio: la sedia a rotelle. Ho ricevuto la visita domiciliare del personale del CAD al quale mi sono rivolta per avere una maggiore assistenza medica e terapeutica. La notte precedente alla visita non sono riuscita a riposare bene, un'ansia silente ha governato la mia testa invadendone i pensieri.
Sia io che Alice siamo state sottoposte a moltissime visite per cui sono talmente abituata al linguaggio medico e alla burocrazia ad essa correlata, che mi risultava stonata quella notte insonne, mi sembrava anomalo non sentirmi preparata. In fondo, senza scomodare troppo la psicologia, la mia testa percepiva già con chiarezza cosa quell'incontro potesse significare: un nuovo cambio di passo ( magari un rallentamento o, a seconda dei punti di vista, una nuova accelerazione). Per Alice è stato assolutamente così, la scelta di usare la carrozzina si è tramutata in una spinta verso una tappa di crescita. Per alcuni genitori con figli con disabilità rappresenta la tangibile consapevolezza di una nuova condizione, è l'amara conferma ad ogni paura, il punto di non ritorno. Rappresenta quel preciso momento in cui realizzi che tuo figlio non sarà mai quello che la tua mente aveva immaginato!! ( Piccolo promemoria per gli smemorati: solo la mente mica il cuore) Il preciso momento in cui la realtà fa irruzione prepotentemente e dolorosamente nell' immaginazione. La carrozzina è perfettamente riconoscibile e consente con chiarezza di identificarci e riconoscerci in un diverso status. Senza eludere, fare finta, raccontarsi storie. Io odio procastinare, con il tempo e la terapia ho imparato che il sentire vale, in molte circostanze, più che l'agire, però intervenire per tempo in una situazione di disabilità mette senz' altro al riparo. Consente di giocare d' anticipo combattendo battaglie, prima che si tramutino in guerre interminabili e sfiancanti dal punto di vista burocratico ma soprattutto emotivo.
Per questo, quando ho iniziato a stare male, dopo la diagnosi e le mille paure, ho deciso di utilizzare un deambulatore( il mio caro Hugo)
Questa scelta non è stata subito ben digerita e compresa da coloro intorno a me anche se perfettamente consci di quanto fosse difficile muovere passi da sola, senza appoggio,nel mio precario equilibrio, paralizzata dalla paura di cadere, non essendo affatto abituata all'aiuto esterno, per la continua attitudine a cavarmela da sola. Probabilmente in chi mi circonda c'èra la stessa insondabile paura di non volermi riconoscere in una nuova forma fisica, il famoso punto oltre il quale indietro non si torna. Ho imparato a mie spese che l' accettazione di una condizione può passare solo attraverso un, seppur doloroso ma necessario riconoscimento di sé! Vedetela cosi Hugo è diventato un amico così indispensabile che mi ha consentito di muovermi, di uscire, di viaggiare, di spostarmi per essere presente nelle occasioni importanti, mi ha consentito di "sentirmi"(badate bene non di essere) ancora la mamma di Alice! La scelta di poter usare anche una sedia a rotelle è, paradossalmente, una scelta di libertà verso una maggiore autonomia. La possibilità di uscire dal mio conosciuto e comodo guscio. Al di fuori dei miei definiti confini c'è un mondo non semplice da affrontare " Hugo in spalla"... strade disconnesse, avvallamenti, buche, tragitti interminabili, marciapiedi alti e senza sciovoli.. sguardi, interrogativi e domande pieni di amore e curiosità ma anche di compassione e pietà. Sguardi che ti inchiodano o semplicemente ti rallentano, quanto un'insidia tangibile! In questo senso la carrozzina si trasforma da limite ed intralcio in opportunita', dando accesso a quelle situazioni fino ad oggi precluse per la difficoltà oggettiva ed emotiva di esposizione al mondo che, da seduta, in una condizione meno traballante, sono sicuramente più semplici da affrontare.. Mentirei dicendo che sarà semplice ed indolore da accogliere...ma i confini esistono per essere attraversati dandoci la possibilita' di sentirci liberi..pur se dal basso ma protesi verso il cielo! Con tutto il valore che decidiamo di dare al nostro vivere!
P.s. Hugo è un po' geloso perché dovrà dividermi con la nostra nuova amica per la quale non abbiamo ancora scelto il nome!! Si accettano suggerimenti!
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